La mia storia nel gruppo iniziò circa 35
anni fa rammento la prima volta che entrai nell’officina
di Bruno ebbi l impressione di trovarmi in dietro nel
tempo quando prima del servizio richiesto dal cliente vi
era il contatto umano. Era più importante conoscersi che
guadagnare in una prestazione. Avevo appena comprato una
bicicletta da corsa ed appena fatto la prima uscita mi
ero accorto di avere una ruota storta.In zona mi era
stato indicato Bruno. Rammento che mentre centrava la
ruota, l artista, cosi veniva definito, era in
soggezione. Non ero intonato con l ambiente. Giacca,
cravatta, barba curata (era lamia divisa da
rappresentante). Mentre Bruno operava sopraggiunsero
vari personaggi pittoreschi ( veri corridori o tali
sembravano).
Il primo era un signore sulla cinquantina di carnagione
scura i denti bianchissimi, non un filo di grasso.
Parlava a voce alta, Bruno lo trattava con rispettosa
amicizia e lo ascoltava mentre propinava le varie
tattiche di gara. Avevo conosciuto Giannini.
Il rivale naturale di Giannini era Zio
Checco. Giannini Piccolo e scattante, Zio Checco grosso
e potente. La domenica fra loro era uno sfotto continuo.
Giannini si metteva davanti al gruppo di 200 metri e per
riprenderlo era difficile. Zio Checco per riprenderlo
dava tutto: Giannini da buon romano quando veniva
ripreso diceva che doveva tornare a casa. Si rigirava e
addio sfida. Zio Checco era il poeta del gruppo, una sua
poesia che raccontava il giorno che ci incontrò sulla
salita di S.Maria di Galeria ,spiega chiaramente che
cosa significava il gruppo.
Amicizia vera e non solo occasionale, la domenica alla
partenza ci si contava sperando che nessuno
mancasse……
Quella Mattina mi ero alzato alle sei per
fare una ricca colazione.Si partiva alle 8, dopo circa
una diecina di minuti, finalmente arrivò un signore
piccolo di circa 70 anni. Era Zaccaro.
Figura storica del gruppo. Finalmente si parte, sembrava
che per me andasse bene ma appena arrivati al 13 km
della via Aurelia la strada cominciò a salire,indovina
chi fu il primo a perdere le ruote, io.
Tutti i miei preparativi andarono in fumo. Preso dalla
disperazione pedalavo nella speranza di riprenderli. In
lontananza vidi un gruppetto che sembrava che mi
stesse aspettando. Era Zaccaro con i suoi scudieri.
Mi rincuorò , mi invitò a fare il giro insieme. Era nata
una amicizia. Zaccaro per me fu il primo che mi insegno
come andare in bicicletta.
La bici non è solo una prova di forza ma è un insieme
fra intelligenza e tecnica di gara.
|