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"SCHEGGE DI MEMORIE 2"

 LA MENTORELLA

             Quella mattina ci radunammo tutti a p.zza Colonna. Era la prima volta che si faceva il pellegrinaggio a monte Guadagnolo dove si trovava la Madonna nera di Czestochowa . La gita, se così vogliamo chiamarla, era stata organizzata dal Vallorani insieme a Padre Battista . Il percorso all’ inizio sembrava agevole e non eccessivamente duro. Amara illusione, appena giunti a Palestrina  la strada cominciò a salire paurosamente si parlava di una pendenza che andava dal 7 al 13 percento. Non vi dico i moccoli e  imprecazioni che si sentivano nel gruppo, rivolti alla Santa..... Mi rivolsi a Padre Battista  e gli dissi:" Padre non credo che questo pellegrinaggio sia molto gradito dalla Madonna? Mi rispose candidamente:  Sono preghiere anche quelle.

 

 IL MOSTRO DELLA VIA AURELIA

     Sapete il lunedì mattina ci si ritrovava nella bottega di Brunetto (Bruno Vallorani) per parlare di tutto quello che si era fatto la domenica. Rammento l’arrivo del mostro. Aveva un giacchetta di renna, quasi elegante. Il mostro esordì che aveva il desiderio per effettuare una prima corsa e chiese a Bruno come poteva essere  tesserato, Bruno sciorinò la sua saggezza e lo istruì. Sembrava che tutto fosse scivolato banalmente quando il mostro a mezza bocca chiese al Vallorani: "cosa posso prendere per aumentare le mie prestazioni."
Nel fondo della bottega vi era, nascosto nella penombra il famoso Dina il “falegname”, al sentire di questa richiesta, scatto come una molla, inserendosi nel discorso disse al mostro che avrebbe pensato lui alla bomba. Dina e un grosso paravento nonché burlone, prese appuntamento con il mostro il sabato prima della gara.
Quella mattina ricordo che appena giunse, il Dina gli consegnò un piccolo pacchettino rotondo incartato da carta argentata, gli raccomandò che poco prima della partenza doveva mettersi sotto la lingua la pasticca senza ingoiarla. Quella domenica mattina, quasi tutto il gruppo era ad Ostia per vedere il mostro in gara. Pronti via, al primo giro cercavamo il mostro, stranamente aveva perso ruota, quando lo vedemmo sopraggiungere aveva una schiuma densa e bianca che gli usciva dalla bocca ,la famosa bomba non era che  una pasticca di alcaselser.
Se ne parlo per mesi, il mostro per vendetta ci aspettava sotto la salita di S. Maria di Galeria per tirarci il collo fresco, allenato e furente.

 

 LUMACONE

Lumacone, indovinate: è mio figlio Alfonso.  Quando cominciò  a venire in bici, cominciò una vera guerra fra lui e me,per un genitore farsi staccare dal figlio, è veramente inaccettabile. Rammento le prime volte che si usciva si faceva Santa Maria di Galeria, era una salita non molto difficile per i secchi, ma per me che al minimo del mio peso pesavo  90  chili, era  abbastanza impegnativa. Per un buon periodo ero io che staccavo Lumacone, ma man mano che si usciva insieme, diventava sempre più faticoso mettergli la ruota davanti. Avevo bisogno di una liberazione. Per me lo sforzo diventava sempre più gravoso, man mano che si usciva insieme e finalmente un bel giorno, ricordo che era una bellissima giornata, sulla solita salita Lumacone come un cavallo che fino a quel momento era stato tenuto al guinzaglio, si alzò sui pedali e con uno scatto bruciante mi si levò da ruota senza che io potessi reagire, finalmente mi ero liberato. Era come quando un figlio andasse via da casa e iniziasse la vita con le sue gambe senza l'appoggio di alcuno.

 

LUMACONE A VILLA TORLONIA

    In quel periodo erano state organizzate delle gare di ciclocross in alcune delle ville più rappresentative di Roma. Ricordo che oltre a mio figlio(Lumacone) vi partecipava anche il Vallorani. Erano già state fatte alcune gare ma  Lumacone una volta perché aveva bucato un altra  perché aveva scatenato, poi non  parliamo di quando imprecava perché un concorrente si era fermato avanti a lui. Quella mattina la partenza avveniva subito con uno strappo abbastanza ripido. Io e Vallorani spiegavamo a Lumacone che doveva partire possibilmente nelle prime posizioni, indovinate, appena data la partenza, Lumacone parte in ritardo e succede quello che io e Bruno avevamo previsto. Nel vederlo passare nelle ultime posizioni io e Bruno cominciammo ad imprecare  tutto quello che ci passava per la bocca, lumacone nel sentirci comincio a rimontare i suoi avversari e al termine della gara da ultimo arrivò quarto.
Era nato per gli occhi dei miei amici e del padre un campione e per me fù il giorno più bello.

 

Paolo Germani


Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vorranno contribuire con dei racconti e poesie sul nostro gruppo sportivo e sul ritrovo domenicale di p.zza Irnerio ( Baron Bar ) dal lontano 1966 ad oggi.
Ed inoltre vogliamo ricordare con alcune sue poesie Francesco Campi in arte "Zi Checco" indimenticabile poeta del nostro gruppo.

scrivendo a     team2001@iol.it

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